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Michela Nunzi

Il mio approccio

Approccio terapeutico e metodologico

Incontrare la psicoterapia della Gestalt e scegliere di specializzarmi con questo tipo di approccio ha rappresentato per me un cambio di direzione nel mio modo di stare al mondo. In altre parole, un cambio di direzione verso l’esistenza e i suoi presupposti.

 

Ricordo che da piccola avevo frequentato un corso di vela. Nel vocabolario marinaresco, esiste una buffa parola che significa proprio cambiare la direzione della barca a vela: “strambare”. La strambata infatti è una manovra che se viene fatta volontariamente, è funzionale all’obiettivo. Viceversa, quando accade per errore durante la navigazione, ecco che allora potrebbe diventare un problema.

Lavorare con la psicoterapia della Gestalt può forse in parte significare questo, ossia vivere un’esperienza pratica nell’arte dello “strambare”. Una manovra che nella vita di tutti i giorni siamo a volte costretti a fare all’improvviso, per situazioni che ci piombano addosso, senza preavviso nè desiderio. E così come avviene in barca a vela,  la differenza tra chi sa fare la manovra o meno, è la differenza che fa la differenza tra chi riesce a rimanere sopra la barca e chi invece cade in acqua.

In linea generale, una persona che sceglie di iniziare un percorso di psicoterapia è una persona che sta cercando di migliorare la propria esistenza, riscrivendo una nuova storia di sé attraverso la relazione terapeutica. Rispetto a questo, la psicoterapia della Gestalt è in grado di offrire stimoli di sintesi creativa e di allenamento pratico per l’elaborazione di una nuova narrazione di sé e delle proprie esperienze. Partendo da quello che c’è.

Un esempio dell’arte dello strambare in questo tipo di approccio è che qualsiasi tipo di sintomo, manifestato nel comportamento di una persona, non viene considerato come qualcosa che deve essere eliminato, bensì come una vera e propria risorsa nel lavoro terapeutico, in quanto canale di accesso al mondo interno della persona. La Gestalt ritiene infatti il sintomo come il miglior adattamento possibile che un organismo, in quel dato momento, è stato in grado di trovare per rapportarsi ad uno specifico ambiente e situazione.

 

In ambito psicoterapeutico mi piace costruire insieme alla persona che sto accompagnando nel percorso un progetto integrato con la dimensione psicosociale, per cercare di coniugare al meglio le sue risorse personali con quelle ambientali, ridisegnando in questo modo la sua mappa nel territorio.

In ambito coaching e orientamento professionale mi piace accompagnare la persona a riappropriarsi di un progetto di scelta personale e professionale, a partire da quello che c’è: risorse personali da un lato, e risorse ambientali, dall’altro. Ciascun intervento in questo ambito viene co-progettato e circoscritto nel tempo, con una chiara definizione dei traguardi che si intende raggiungere insieme nel percorso e dei risultati in uscita desiderati.

In ambito orientativo mi piace esplorare le risorse personali di giovani studenti, per orientarli verso la scelta della scuola superiore o della facoltà universitaria, attraverso la somministrazione di prove psicoattitudinali, colloqui e stesura di una relazione finale.

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